martedì 14 febbraio 2012

Dalla Langobardia alla Lombardia

Il termine Lombardia, originariamente Langobardia e poi Longobardia, nacque nel VI secolo. Nel 568 erano calati nella penisola italiana i Longobardi, che dopo essere venuti alle mani con i Bizantini si erano appropriati di una vasta area. La parte settentrionale, con capitale Pavia, fu definita Langobardia maior ed ebbe vita fino alla conquista di Carlo Magno nel 774, mentre la Langobardia minor (suddivisa nei Ducati di Spoleto e di Benevento) avrebbe concluso la propria esistenza con la capitolazione di Salerno dell’ultimo duca longobardo Gisulfo II, a causa degli assalti dei Normanni nel 1077. La parte residuale della penisola italiana, rimasta in mano ai Bizantini, fu chiamata Romània ed inizialmente governata dall’Esarca di Ravenna. Da tale nome deriva il toponimo attuale Romagna.
Nel 1167 per Lombardia si intendeva la totalità della Pianura Padana, ovvero una trentina di città (Milano, Lodi, Piacenza, Parma, Reggio nell’Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Venezia, Padova, Treviso, Vicenza, Verona, Mantova, Brescia, Bergamo, Genova, ecc.) che costituirono un’alleanza per fronteggiare il tentativo di instaurare una supremazia imperiale tedesca sull’Italia settentrionale. Tale alleanza, detta Lega Lombarda, risultò vincente dal 1176 in poi e si dissolse nel 1250 in quanto con la morte di Federico II terminò anche il pericolo.
Tuttavia la Pace di Costanza del 1183 aveva sancito l’obbedienza dei Comuni all’Impero e quindi il modello comunale entrò in crisi e fu soppiantato dalle Signorie. Nel 1397, a Praga, l’Imperatore Venceslao firmò il diploma che proclamò Gian Galeazzo Visconti Dux Lombardiae, ovvero delle seguenti località esplicitamente menzionate: Alessandria, Asti, Avenza (Carrara), Bassano del Grappa, Belluno, Bergamo, Bobbio, Borgo San Donnino (oggi Fidenza), Bormio, Brescia, Crema, Cremona, Como, Feltre, Lodi, Novara, Novi Ligure, Parma, Piacenza, Pontremoli, Reggio nell'Emilia, Riva del Garda, Rocca d'Arazzo, Sarzana, Soncino, Tortona, Vercelli, Verona, Vicenza.
Ma dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti nel 1402, la storia della Signoria di Milano iniziò un lungo declino fino alla completa estinzione nel 1797. Durante questo periodo, lo stato che era comunemente chiamato Lombardia subì diverse mutilazioni territoriali: Bergamo, Brescia e Crema a Venezia; Bellinzona e la Valtellina alla Svizzera; Novara, Vercelli, Val d’Ossola, Asti, Alessandria, Tortona e Mortara al Piemonte-Sardegna; secessione di Parma e Piacenza. La Signoria passò poi agli Sforza, poi agli Asburgo di Spagna e, dal 1706, alla Casa d’Austria. La Signoria cessò di esistere nel 1797, all’inizio degli stravolgimenti avvenuti in epoca napoleonica.
Nel 1815 fu costituito il Regno Lombardo-Veneto. Dal punto di vista territoriale, il Congresso di Vienna aveva recato notevoli vantaggi alla Lombardia, restituendole la Provincia di Sondrio (tolta alla Svizzera), le Province di Bergamo e Brescia (tolte alla Serenissima Repubblica di Venezia estinta) e la Provincia di Mantova (che da quattro secoli aveva condotto una storia separata).
Il Decreto Rattazzi del 23 ottobre 1859, che ridisegnò la Lombardia conquistata dal Piemonte-Sardegna (da lì a 500 giorni “Regno d’Italia”), segnò un ingrandimento della Provincia di Pavia, alla quale furono aggiunti i territori della Lomellina, del Vogherese e di Bobbio, in cambio della cessione di Abbiategrasso e Binasco a Milano. Vennero poi ridisegnati i confini montani tra Bergamo e Brescia (a vantaggio di Brescia) e fu soppresso il territorio di Lodi-Crema (spartito tra le Province di Milano e Cremona).
Nel 1868 fu aggiunta anche la Provincia di Mantova, che tra il 1859 ed il 1866 aveva seguito le vicende del Veneto austriaco, con rettifiche territoriali a vantaggio di Mantova ed a discapito di Brescia e Cremona. Ulteriori rettifiche comportarono ingrandimenti del Cremonese ai danni di Brescia.
Ma le variazioni non erano finite.
Nel 1923, Bobbio e l’alta valle del Trebbia passarono da Pavia a Piacenza, determinando in quella zona la fine del confine tra Lombardia e Liguria e la nascita di un confine tra Piemonte ed Emilia.
Nel 1927 fu riportato in vita l’antico Contado longobardo del Seprio, un territorio in parte sotto Milano ed in parte sotto Como. Sulla contesa fra Busto Arsizio, Gallarate e Varese fu Benito Mussolini in persona a scegliere Varese quale capoluogo della nuova Provincia.
Nel 1934 un Comune andò via dalla Provincia di Trento per essere aggregato alla Provincia di Brescia.
Nel 1970 nacque la Regione Lombardia come entità amministrativa.
Nel 1992 nacque la Provincia di Lodi, con lo scorporo di 61 Comuni del Milanese; San Colombano al Lambro non fu d’accordo e per tale motivo costituisce una exclave di Milano incastrata tra le Province di Lodi e Pavia. Sempre nel 1992 prese vita la nuova Provincia di Lecco, composta con 84 Comuni scorporati da Como e da 6 staccati dal Bergamasco.
Nel 1994 fu istituita la Provincia di Monza e della Brianza, con 55 Comuni scissi dalla Provincia di Milano, che divenne operativa nel 1999.

2 commenti:

  1. Cristina Tonin14 marzo, 2012

    E tuttavia il nome dei Longobardi-Lombardi ha lasciato il segno anche altrove. Nell'Irpinia c'è il trittico dei paesi 'Sant'Angelo dei Lombardi', 'Guardia Lombardi' e 'Torella dei Lombardi'. E che dire di ben due paesi 'Longobardi' nelle province di Cosenza e Vibo Valentia? Per una beffa del destino, poi, nella provincia della 'capitale della Romània' (Ravenna) ci sono 'Massa Lombarda' e 'Milano Marittima'!
    Una delucidazione se possibile: quale comune lasciò il Trentino per Brescia?

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  2. @Cristina Tonin - Il Comune che fu scorporato dal Trentino per essere aggregato alla Provincia di Brescia fu Valvestino. Aggiungo che nel 2008 nel Comune di Valvestino e nel vicino Comune di Magasa si tennero delle consultazioni referendarie locali, dove prevalse la voglia di ritornare con Trento. Nel maggio 2010 il Consiglio Regionale Trentino-A.A. La Provincia Autonoma di Trento ha espresso consenso all'aggregazione di entrambi i territori. La Lombardia ancora non si è espressa, ma pare che nel 2009 sia stato depositato nel Parlamento italiano un disegno di legge che riporterà Valvestino con Trento.

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